A seguito delle dimissioni del Premier del Canada Justin Trudeau ecco la proposta di Donald Trump, a tutti gli effetti nuovo presidente USA.
Justin Trudeau ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di Premier del Canada generando una serie di eventi che potrebbero scuotere la politica del Paese e non solo. In questo senso è da leggere la “mossa” di Donald Trump, ufficialmente eletto 47esimo presidente degli USA, che vorrebbe vedere proprio lo stato canadese annesso agli States.
Canada, dimissioni Trudeau: la “mossa” di Donald Trump
A seguito delle dimissioni di Justin Trudeau dalla leadership del Partito Liberale e dal ruolo di Premier del Canada si sono andate a creare diverse situazioni complicate per il Paese e non solo. In questo senso è da registrare anche la “mossa” di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, che vorrebbe proprio lo stato canadese annesso agli USA.
Attraverso un post su Truth dopo le dimissioni del premier canadese Justin Trudeau, infatti, il tycoon si è espresso in modo piuttosto chiaro sull’argomento: “Molte persone in Canada amerebbero essere essere il 51esimo Stato”, le sue parole.
E ancora: “Gli USA non possono più subire il massiccio deficit commerciale e i sussidi di cui il Canada ha bisogno per restare a galla. Trudeau lo sapeva e si è dimesso”, ha sottolineato ancora il presidente eletto ribadendo che “se il Canada si fondesse con gli Stati Uniti, non ci sarebbero tariffe, le tasse diminuirebbero notevolmente e sarebbero totalmente sicuri dalla minaccia delle navi russe e cinesi che li circondano costantemente. Insieme, che grande Nazione saremmo!”.
Il tycoon diventa ufficialmente 47esimo presidente USA
Intanto, proprio il tycoon sta per entrare nuovamente in carica come presidente degli Stati Uniti: la cerimonia di inaugurazione sarà il 20 gennaio 2025. In questa ottica è arrivato un altro passaggio formale in vista della elezione di Trump a 47esimo numero uno degli USA.
Nelle scorse ore, infatti, Kamala Harris, la candidata democratica sconfitta a novembre, ha annunciato il risultato ufficiale del voto durante il Congresso nel quale è stato ratificato in modo definitivo il risultato delle elezioni che hanno visto proprio Trump trionfare.
La beffa per la Harris
La Harris, come anticipato, ha dovuto presiedere il conteggio relativo alla elezione di quello che a novembre era stato il suo rivale nella corsa alla Casa Bianca. Una vera e proprio beffa visto che ha dovuto annunciare al Congresso la propria sconfitta, tra gli applausi dei deputati repubblicani.
Oltre al trionfo del tycoon, la Harris ha anche ufficializzato l’elezione di J.D. Vance come vicepresidente degli Stati Uniti. “Oggi ho fatto quello che ho fatto per tutta la mia carriera: sostenere e difendere la Costituzione”, ha successivamente affermato ai microfoni della stampa. “Credo fermamente che la democrazia americana sia forte quanto la nostra volontà di lottare per essa. Oggi è rimasta in piedi”, le sue parole.
Usa 🇺🇸, il Congresso certifica la vittoria di Donald Trump con 312 grandi elettori: a leggere il risultato la vicepresidente Kamala Harris, sconfitta alle presidenziali. Trump sarà ufficialmente in carica dal prossimo 20 gennaio. @ultimoranet pic.twitter.com/9BaxFE1XXK
— Ultimora.net (@ultimoranet) January 6, 2025
La questione Stormy Daniels
Intanto Trump potrebbe avere ancora qualche sorpresa in negativo prima della cerimonia del 20 gennaio prossimo. Infatti, il giudice Juan Merchan ha respinto la richiesta del tycoon di rinviare la sentenza prevista per venerdì 10 relativa alla sua condanna nel caso dei pagamenti segreti alla po**star Stormy Daniels, come indicato in un documento depositato lunedì, citato dalla CNN.
In questo senso, gli avvocati di Trump probabilmente presenteranno ricorso contro la decisione di Merchan presso una corte d’appello di New York. Gli stessi legali del tycoon, inoltre, hanno presentato un appello esortando un tribunale di New York a ribaltare due recenti sentenze di Merchan che confermano la condanna di Trump nel caso dei pagamenti segreti. A questo punto si attendono sono ulteriori aggiornamenti o mosse dell’ultimo minuto.